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Orticaria - Angioedema
Con il termine orticaria s’identifica un gruppo eterogeneo di patologie caratterizzate da una comune reazione cutanea cioè il pomfo e/o l’angioedema. Il pomfo, le cui dimensioni possono variare grandemente da caso a caso, è quasi invariabilmente circondato da una zona eritematosa, può associarsi a prurito o sensazione di bruciore, ma soprattutto è fugace, tornando la pelle alla sua normale apparenza entro 1-24 ore. L’angioedema invece si caratterizza per un improvviso rigonfiamento degli strati inferiori del derma e del sottocutaneo, può associarsi a dolore, coinvolge frequentemente le membrane mucose e la sua risoluzione è più lenta del pomfo, fino a 72 ore. Lo spettro delle manifestazioni cliniche dei differenti tipi e sottotipi di orticaria è ampio. Abbiamo fondamentalmente due tipi di orticaria: spontanea e fisica. L’orticaria spontanea si distingue in una forma acuta (con pomfi e/o angioedema presenti da meno di sei settimane) e una cronica (pomfi e/o angioedema da più di 6 settimane). L’orticaria fisica, può rappresentare fino al 15-20% di tutti i casi di orticaria. L'orticaria fisica comprende un gruppo eziologico di forme orticariose croniche, le cui lesioni cliniche possono essere ripetutamente indotte da vari stimoli fisici. Il caldo, il freddo, la pressione, la luce, l'aumento della temperatura corporea, l'acqua e le vibrazioni possono agire in alcuni soggetti da stimoli scatenanti. Sono finora noti non meno di 18 diversi tipi di orticaria da stimoli provenienti dall'ambiente fisico
1. Da stimoli meccanici
1.1. Dermografisno sintomatico
1.2. Dermografismo ritardato
1.3. Orticaria ritardata da pressione
1.4. Angioedema vibratorio
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2. Da stimoli termici
2.1. Da freddo:
2.1.1 Orticaria da freddo idiopatica acquisita
2.1.2 Orticaria da freddo familiare
2.1.3 Orticaria da freddo secondaria acquisita
2.1.4. Orticaria da freddo ritardata
2.1.5. Orticaria "colinergica" da freddo
2.2. Da caldo:
2.2.1 Orticaria colinergica
2.2.2. Orticaria da caldo localizzata
Orticaria da caldo localizzata familiare e ritardata
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3. Da radiazioni solari
3.1 Orticaria solare idiopatica
3.2 Orticaria solare allergica
3.3 Orticaria solare con alterato metabolismo delle protoporfirine
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4. Da acqua
4.1 Orticaria acquagenica
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Per un corretto inquadramento dell’orticaria è importante che venga considerata “l’attività di malattia”. E’ stato proposto un punteggio (urticaria activity score, UAS) basato sui sintomi tipici dell’orticaria. Poiché tali sintomi cambiano frequentemente d’intensità, è bene considerare “l’attività complessiva di malattia” che viene calcolata valutando almeno 7 giorni consecutivi di malattia.
L’orticaria familiare da freddo, altrimenti detta Sindrome Familiare Autoinfiammatoria da Freddo (FCAS) non è più considerata un sottotipo di orticaria in conseguenza del differente meccanismo patogenetico conseguente alla mutazione del gene CIAS1 (vedi: http://www.febbriperiodiche.it/)
Altri tipi di orticaria sono l’orticaria acquagenica (fattore scatenante il contatto con l’acqua), l’orticaria colinergica (dovuta ad un aumento della temperatura corporea), l’orticaria da contatto (scatenata dal contatto con sostanze orticariogeniche), l’orticaria/anafilassi indotta da esercizio fisico.
Indagini laboratoristiche di routine dovrebbero essere sempre eseguite in pazienti con orticaria al fine di escludere gravi malattie sistemiche, mentre analisi più approfondite dovrebbero essere riservate solo a pazienti che presentano da molto tempo una grave e persistente forma di orticaria. Nelle forme di orticaria fisica e in quelle inducibili le analisi di laboratorio rivestono poca importanza. L’esecuzione di test allergometrici può essere utile in selezionati casi. Nell’orticaria acuta spontanea non è raccomandata l’esecuzione di alcun test.
Ad ogni modo più di qualunque procedura diagnostica è importante raccogliere una dettagliata anamnesi che consideri tutti i possibili fattori in grado di scatenare l’episodio di orticaria. Per esempio: quando è iniziata la malattia, frequenza e durata dei pomfi, variabilità giornaliera, coincidenza con weekend, vacanze, viaggi, forma dimensioni e distribuzione dei pomfi, presenza o meno di angioedema, dolore, prurito, anamnesi familiare e personale (riguardo orticaria), concomitanti condizioni quali allergie, infezioni, malattie interne, disturbi psicosomatici, psichiatrici, gastrointestinali, impiego di farmaci, correlazione con il cibo e i cicli mestruali, attività lavorativa, hobbies, stress, qualità della vita (correlata all’orticaria), precedenti terapie e loro efficacia.
Orticaria Cronica Spontanea (OCS)
Cos’è l’OCS
L’Orticaria Cronica Spontanea (OCS) è una malattia cutanea caratterizzata dalla comparsa ricorrente di pomfi pruriginosi e/o angioedema che persistono per più di 6 settimane, senza una causa identificabile. Colpisce circa l’1% della popolazione e ha un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti.
Eziopatogenesi
Negli ultimi anni, la ricerca ha identificato diversi meccanismi immunologici alla base dell’OCS:
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Autoallergia (Tipo I): mediata da anticorpi IgE diretti contro autoantigeni come la perossidasi tiroidea (TPO) e l’interleuchina-24 (IL-24). Questo meccanismo è associato a una risposta infiammatoria acuta e alla degranulazione dei mastociti. PubMed
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Autoimmunità (Tipo IIb): coinvolge autoanticorpi IgG che attivano i mastociti attraverso il recettore FcεRI. Questo tipo è meno comune (presente in meno del 10% dei casi) ma è associato a forme più gravi e a una risposta limitata ai trattamenti standard. PubMed
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Meccanismi non autoimmuni: in alcuni casi, l’OCS può essere idiopatica, senza una causa autoimmunitaria identificabile.
Diagnosi
La diagnosi si basa su:
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Esame clinico: valutazione dei sintomi e della storia del paziente.
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Test diagnostici:
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Test di autologous serum skin test (ASST): per rilevare la presenza di autoanticorpi.
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Basophil activation test (BAT): per valutare l’attivazione dei basofili.
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Dosaggio degli autoanticorpi IgE e IgG: per identificare specifici autoantigeni.
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Esclusione di altre patologie: per differenziare l’OCS da altre condizioni con sintomi simili.
Terapia
Il trattamento dell’OCS si basa su un approccio graduale:
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Antistaminici H1 di seconda generazione: rappresentano il trattamento di prima linea.
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Omalizumab: un anticorpo monoclonale anti-IgE, efficace nei casi refrattari agli antistaminici.
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Ciclosporina A: utilizzata off-label, soprattutto nei casi con meccanismi autoimmunitari, ma con potenziali effetti collaterali.
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Farmaci in fase di sperimentazione:
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Ligelizumab: un altro anticorpo anti-IgE con potenziale maggiore rispetto a omalizumab (non più commercializzato).
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Fenebrutinib e Remibrutinib: inibitori della tirosina chinasi di Bruton, che potrebbero modulare l’attivazione dei mastociti.
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Dupilumab: un anticorpo monoclonale che inibisce l’interleuchina-4 e -13, coinvolte nella risposta infiammatoria. PubMed
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Considerazioni
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L’OCS è una condizione cronica che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti.
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La comprensione dei meccanismi autoimmunitari ha portato a nuove strategie terapeutiche, migliorando le opzioni di trattamento disponibili.
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È fondamentale un approccio personalizzato, considerando la variabilità dei meccanismi patogenetici e la risposta individuale ai trattamenti.